Dati immatricolazioni caravan e motor caravan primi 6 mesi del 2022

[Mau_GO]

Quello che è successo in Friuli non rende però ragione di un fenomeno nazionale in Quegli anni

certo certo...volevo solamente evidenziare come in una parte di Italia ci sia stato un aumento delle vendite e x quale motivo...bisognerebbe trovare una statistica x regione.
Inoltre pensiamo all età media delle caravan stanziali nei campeggi...secondo me come periodo ci siamo...come dico sempre il numero di vendite di caravan ( soprattutto negli anni passati) non corrispondeva poi al numero di quelle circolanti proprio x il fenomeno dello stanzialismo.

[Paolo]

La disamina non fa una piega, vorrei capire un po' di più cosa significa il "provincialismo nostrano".

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La mancanza di una visione e di una strategia di sopravvivenza di un settore, che, altrove, invece è stato prospero.
Ci stanno tutte le considerazioni di questo mondo, ma la sparizione di un settore industriale che produceva quei numeri, per me è un grande mistero, quei numeri significavano fabbriche e gente che ci lavorava, per non parlare del relativo indotto.
Ci stanno i terremoti, l'immagine deteriorata, ma anche la nostrana industria del camper ha retto fino a che si poteva giostrare con serpente monetario, rendendoli appetibili per un minor costo, ma poi l'Euro ne ha messo in mostra tutti i limiti.
Tenuto conto che i camper sono arrivati a circa 8.000 unità come massimo in uno degli ultimi anni.
Né si può sottacere una martellante campagna comunicativa, PDR che è molto più esperto di me sa di cosa parlo, si è prefigurato per anni un percorso "mistico" che partiva dalla tenda e terminava al camper, superata la roulotte.
E' storia recente dei concessionari che spingevano in tal senso, cosi come Fiat che presentò improbabili camper sul pulmino 900 o giu di li.

Non è semplice capire la storia della roulotte in Italia, forse nessuno di noi ha le risposte, ma mi sembra opportuno parlarne, soprattutto qui.

[Solidsnork]

La mancanza di una visione e di una strategia di sopravvivenza di un settore, che, altrove, invece è stato prospero.
Ci stanno tutte le considerazioni di questo mondo, ma la sparizione di un settore industriale che produceva quei numeri, per me è un grande mistero, quei numeri significavano fabbriche e gente che ci lavorava, per non parlare del relativo indotto.
Ci stanno i terremoti, l'immagine deteriorata, ma anche la nostrana industria del camper ha retto fino a che si poteva giostrare con serpente monetario, rendendoli appetibili per un minor costo, ma poi l'Euro ne ha messo in mostra tutti i limiti.
Tenuto conto che i camper sono arrivati a circa 8.000 unità come massimo in uno degli ultimi anni.
Né si può sottacere una martellante campagna comunicativa, PDR che è molto più esperto di me sa di cosa parlo, si è prefigurato per anni un percorso "mistico" che partiva dalla tenda e terminava al camper, superata la roulotte.
E' storia recente dei concessionari che spingevano in tal senso, cosi come Fiat che presentò improbabili camper sul pulmino 900 o giu di li.

Non è semplice capire la storia della roulotte in Italia, forse nessuno di noi ha le risposte, ma mi sembra opportuno parlarne, soprattutto qui.

Molto interessante Paolo.

DI fatto sui motorizzati non abbiamo numeri eslevati (circa 4000 immatricolazioni nel primo semestre 2022) ma siamo al quinto posto che poi è un 4 a pari marito con Svizzera dietro a colossi come francia (15000), germania (40000) e UK (7000) mentre in tutta Europa si arriva nel primo semestre 2022 ad un numero di immatricolazioni di caravan che è pari alle immatricolazioni di autocaravan dello stesso periodo della sola germania o per meglio dire che è la metà in tutta Europa di quello degli autocaravan (rimorchi 41000 vs autocaravan 89000). Il mercato in generale mi sembra abbastanza sbilanciato in favore dei motorizzati (chissa se anche per la sempre maggiore presenza di questi nuovi mezzi ibridi come i minivan) con un rapporto autocaravan: caravan di 2:1 mentre da noi è 9:1 però è una tendenza che mi pare consolidata.

Inoltre come fatto notare da MauGo molte caravan immatricolate vanno a morire dietro steccati e nanetti e infatti a Parma quest'anno nel primo we ho visto solo 2 caravan in mezzo a decine di migliaia di camper, questo lancia un segnale forte a chi produce e investe ahime'

Vorrei capire un punto se possibile chiarirlo: chi ha spinto verso il motorizzato nel nostro Paese? le stesse aziende che poi si sono riconvertite da rimorchio a motorizzato o è successo altro?

[valerio69]

Penso che i numeri, specialmente sui motorizzati, siano parziali. Le consegne slittano avanti per mancanza di meccaniche e componentistica. Sarebbe interessante vedere il rapporto tra contratti firmati e veicoli immatricolati.

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[Paolo]

Molto interessante Paolo.

DI fatto sui motorizzati non abbiamo numeri eslevati (circa 4000 immatricolazioni nel primo semestre 2022) ma siamo al quinto posto che poi è un 4 a pari marito con Svizzera dietro a colossi come francia (15000), germania (40000) e UK (7000) mentre in tutta Europa si arriva nel primo semestre 2022 ad un numero di immatricolazioni di caravan che è pari alle immatricolazioni di autocaravan dello stesso periodo della sola germania o per meglio dire che è la metà in tutta Europa di quello degli autocaravan (rimorchi 41000 vs autocaravan 89000). Il mercato in generale mi sembra abbastanza sbilanciato in favore dei motorizzati (chissa se anche per la sempre maggiore presenza di questi nuovi mezzi ibridi come i minivan) con un rapporto autocaravan: caravan di 2:1 mentre da noi è 9:1 però è una tendenza che mi pare consolidata.

Inoltre come fatto notare da MauGo molte caravan immatricolate vanno a morire dietro steccati e nanetti e infatti a Parma quest'anno nel primo we ho visto solo 2 caravan in mezzo a decine di migliaia di camper, questo lancia un segnale forte a chi produce e investe ahime'

Vorrei capire un punto se possibile chiarirlo: chi ha spinto verso il motorizzato nel nostro Paese? le stesse aziende che poi si sono riconvertite da rimorchio a motorizzato o è successo altro?

Mi pare che a tal proposito si possano fare due considerazioni, la prima attiene al fatto che la spinta al motorizzato non è stata così efficace, visto il basso posizionamento dell'Italia in termini di numeri di motorizzati, la seconda riguarda il fatto che si è riusciti a polverizzare la produzione di caravan e a minimizzare quella di motorizzati, dove i marchi principali appartengono ai grandi gruppi internazionali.
La conseguenza è che negli anni '70 la pratica del turismo all'aria aperta aveva complessivamente una ampia diffusione, oggi è di gran lunga inferiore.
Cosa è successo è difficile da dire, ritengo che vi abbia contribuito una campagna di comunicazione che ha svilito la caravan, ma che alla fine non ha nemmeno favorito più di tanto il motorizzato.
Dario, visto che ti piace ragionare sugli indicatori, vai a vedere i dati del parco circolante, sono ulteriori elementi sui quali si possono fare interessanti valutazioni.

[gerardomauri]

Molto interessante Paolo.

DI fatto sui motorizzati non abbiamo numeri eslevati (circa 4000 immatricolazioni nel primo semestre 2022) ma siamo al quinto posto che poi è un 4 a pari marito con Svizzera dietro a colossi come francia (15000), germania (40000) e UK (7000) mentre in tutta Europa si arriva nel primo semestre 2022 ad un numero di immatricolazioni di caravan che è pari alle immatricolazioni di autocaravan dello stesso periodo della sola germania o per meglio dire che è la metà in tutta Europa di quello degli autocaravan (rimorchi 41000 vs autocaravan 89000). Il mercato in generale mi sembra abbastanza sbilanciato in favore dei motorizzati (chissa se anche per la sempre maggiore presenza di questi nuovi mezzi ibridi come i minivan) con un rapporto autocaravan: caravan di 2:1 mentre da noi è 9:1 però è una tendenza che mi pare consolidata.

Inoltre come fatto notare da MauGo molte caravan immatricolate vanno a morire dietro steccati e nanetti e infatti a Parma quest'anno nel primo we ho visto solo 2 caravan in mezzo a decine di migliaia di camper, questo lancia un segnale forte a chi produce e investe ahime'

Vorrei capire un punto se possibile chiarirlo: chi ha spinto verso il motorizzato nel nostro Paese? le stesse aziende che poi si sono riconvertite da rimorchio a motorizzato o è successo altro?

Il mercato spinge verso quello che è la domanda.
Bisogna tener conto in un mercato anche di alcuni aspetti.
Rispetto ad altri mercati abbiamo un territorio molto articolato con vie di comunicazione menò agili e di conseguenza più difficili da percorrere con rimorchi, avevamo un parco auto con una percentuale altissima di vetture che si prestavano poco al traino soprattutto rispetto al territorio, una scarsa presenza di strutture ricettive in molte zone soprattutto in alcune stagioni, una scarsa propensione soprattutto nel passato, all’autonomia anche parziale delle caravan rispetto ai motorizzati.
È chiaro che per un venditore era più facile convincere un potenziale nuovo cliente che il camper aveva più punti a favore rispetto ad una caravan e più facile che chiudeva l’affare, oltretutto con probabili margini di guadagno.


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[PDR]

Mi pare che a tal proposito si possano fare due considerazioni, la prima attiene al fatto che la spinta al motorizzato non è stata così efficace, visto il basso posizionamento dell'Italia in termini di numeri di motorizzati, la seconda riguarda il fatto che si è riusciti a polverizzare la produzione di caravan e a minimizzare quella di motorizzati, dove i marchi principali appartengono ai grandi gruppi internazionali.
La conseguenza è che negli anni '70 la pratica del turismo all'aria aperta aveva complessivamente una ampia diffusione, oggi è di gran lunga inferiore.
Cosa è successo è difficile da dire, ritengo che vi abbia contribuito una campagna di comunicazione che ha svilito la caravan, ma che alla fine non ha nemmeno favorito più di tanto il motorizzato.
Dario, visto che ti piace ragionare sugli indicatori, vai a vedere i dati del parco circolante, sono ulteriori elementi sui quali si possono fare interessanti valutazioni.

@ Dario/Solidsnork (te tocca ) una ulteriore indicazione, oltre a quelle interessanti esposte dal mio omonimo: intendersi sul senso di "circolante" perché secondo me a questa categoria potrebbero (non è detto) appartenere tutte quelle roulotte stanzializzate e non più circolanti su strada, ma non radiate.
Divertiti e facci sapere

[valerio69]

La mancanza di una visione e di una strategia di sopravvivenza di un settore, che, altrove, invece è stato prospero.
Ci stanno tutte le considerazioni di questo mondo, ma la sparizione di un settore industriale che produceva quei numeri, per me è un grande mistero, quei numeri significavano fabbriche e gente che ci lavorava, per non parlare del relativo indotto.
Ci stanno i terremoti, l'immagine deteriorata, ma anche la nostrana industria del camper ha retto fino a che si poteva giostrare con serpente monetario, rendendoli appetibili per un minor costo, ma poi l'Euro ne ha messo in mostra tutti i limiti.
Tenuto conto che i camper sono arrivati a circa 8.000 unità come massimo in uno degli ultimi anni.
Né si può sottacere una martellante campagna comunicativa, PDR che è molto più esperto di me sa di cosa parlo, si è prefigurato per anni un percorso "mistico" che partiva dalla tenda e terminava al camper, superata la roulotte.
E' storia recente dei concessionari che spingevano in tal senso, cosi come Fiat che presentò improbabili camper sul pulmino 900 o giu di li.

Non è semplice capire la storia della roulotte in Italia, forse nessuno di noi ha le risposte, ma mi sembra opportuno parlarne, soprattutto qui.

Credo che il progressivo "spegnimento" del comparto roulotte in Italia non sia stata una mancanza di strategia di sopravvivenza ma la naturale evoluzione imprenditoriale di un settore.

Mentre in Europa le aziende continuavano a "sfornare" roulotte (unica eccellenza l' Hymermobil), l'Italia è stata nei primi anni '80, assoluta protagonista nella produzione di motorizzati. Le Aziende hanno iniziato a pensare che il valore aggiunto che poteva dare un motorizzato era superiore all'indotto economico che poteva generare la produzione di sole roulotte, i concessionari hanno seguito a ruota questo filone. Arca, per fare un nome offriva delle gamme ancora oggi punti di riferimento, come l'Anaconda, Scout, Europa, America...per non parlare di Laika.

Poi, vero, con l'arrivo dell'Euro sono arrivati i grossi gruppi stranieri che hanno (al giorno d'oggi) fatto incetta di tutti i gloriosi marchi italiani da CI a Laika, fino a Rimor e non mi pare che questa gestione straniera abbia più di tanto investito nella produzione italiana nel settore roulotte...penso che se, seriamente la nuova gestione CI che controlla Elnagh, se avesse prodotto in serie una roulotte in molti l'avrebbero acquistata. Inoltre in Italia viene prodotta una delle meccaniche più versatili e prestigiose per l'allestimento. Il Fiat Ducato e prima il Fiat 242.

Il Pullmino su Fiat 900 fu un altro segno della ingegnosità italiana, a mio avviso ha segnato il solco in cui adesso prosperano le nuove tipologie di monovolume abitabili: Crosscamp, Westfalia, Campstar. Ce ne sono sempre di più in giro: in un colpo unico hai una vettura e un veicolo per le vacanze.

Essendo nato in roulotte, avendola vissuta fin dalla tenera età per me la roulotte ha dei capisaldi che sono scolpiti nella pietra però abbiamo verificato che questi pregi si scontrano con la quotidianità delle nostre possibilità. Al di là dei numeri ognuno di noi ha esigenze e possibilità differenti, per quanto mi riguarda, ora che i figli sono adulti e siamo rimasti in due, quello che riusciamo a fare nella nuova configurazione non ha precedenti rispetto a quello che potevamo fare, certo qualcosa in termini di comodità dobbiamo sacrificare, ma il tempo che abbiamo a disposizione per il tempo libero è questo. C'è da dire che la stagionalità dei campeggi è un fattore che esclude molte uscite nelle basse stagioni, vero che stanno fiorendo agricampeggi e ci sono sempre più aree di sosta che accettano le roulotte e speriamo che sempre più ce ne siano.

[Solidsnork]

Mi pare che a tal proposito si possano fare due considerazioni, la prima attiene al fatto che la spinta al motorizzato non è stata così efficace, visto il basso posizionamento dell'Italia in termini di numeri di motorizzati, la seconda riguarda il fatto che si è riusciti a polverizzare la produzione di caravan e a minimizzare quella di motorizzati, dove i marchi principali appartengono ai grandi gruppi internazionali.
La conseguenza è che negli anni '70 la pratica del turismo all'aria aperta aveva complessivamente una ampia diffusione, oggi è di gran lunga inferiore.
Cosa è successo è difficile da dire, ritengo che vi abbia contribuito una campagna di comunicazione che ha svilito la caravan, ma che alla fine non ha nemmeno favorito più di tanto il motorizzato.
Dario, visto che ti piace ragionare sugli indicatori, vai a vedere i dati del parco circolante, sono ulteriori elementi sui quali si possono fare interessanti valutazioni.

@ Dario/Solidsnork (te tocca ) una ulteriore indicazione, oltre a quelle interessanti esposte dal mio omonimo: intendersi sul senso di "circolante" perché secondo me a questa categoria potrebbero (non è detto) appartenere tutte quelle roulotte stanzializzate e non più circolanti su strada, ma non radiate.
Divertiti e facci sapere

Purtroppo non riesco a trovare dati sui veicoli circolanti ma solo sulle immatricolazioni, invero credo sia impossibile una volta immatricolato un veicolo sapere che combina e che fine fa.
Ho trovato però dati significativi nel periodo 2008-2020 che segnano un declino con fasi di alti e bassi per i camper ma siamo verso il basso (nel 2008 ci sono state 12000 immatricolazioni a fronte di germania che ne aveva 20000 ed eravamo il terzo paese con più immatricolazioni; nel 2020 in italia 6500 con germania 78000). Nelle caravan anche il declino è importante anche se i numeri sono più piccoli (nel 2008 2500 nuove immatricolazioni a fronte di germania che ne aveva 19000 vs 2020 italia 514 e germania 29000).


fonte: https://www.anfia.it/it/documenti/it...internazionali

Considerando che al momento i primi 6 mesi fanno registrare 429 nuove immatricolazioni è verosimile pensare ad un aumento delle caravan inmmatricolate cosi come per i camper (3900) anche se più contenuto.

[Paolo]

Purtroppo non riesco a trovare dati sui veicoli circolanti ma solo sulle immatricolazioni, invero credo sia impossibile una volta immatricolato un veicolo sapere che combina e che fine fa.
Ho trovato però dati significativi nel periodo 2008-2020 che segnano un declino con fasi di alti e bassi per i camper ma siamo verso il basso (nel 2008 ci sono state 12000 immatricolazioni a fronte di germania che ne aveva 20000 ed eravamo il terzo paese con più immatricolazioni; nel 2020 in italia 6500 con germania 78000). Nelle caravan anche il declino è importante anche se i numeri sono più piccoli (nel 2008 2500 nuove immatricolazioni a fronte di germania che ne aveva 19000 vs 2020 italia 514 e germania 29000).


fonte: https://www.anfia.it/it/documenti/it...internazionali

Considerando che al momento i primi 6 mesi fanno registrare 429 nuove immatricolazioni è verosimile pensare ad un aumento delle caravan inmmatricolate cosi come per i camper (3900) anche se più contenuto.

Sul circolante giustamente non vi sono elementi per valutare quali siano gli elementi di riferimento, sicuramente comprende le roulotte stanziali, che attualmente devono essere immatricolate.
Ma non sfugge che anche all'estero, Germania ed Inghilterra, le roulotte stanziale sono numerose, pur essendo gestito in modo più decoroso che in Italia.
Certamente un elemento, ma un altro elemento può essere la proverbiale durata della caravan.
In effetti i numeri del parco "circolante" è in costante leggero aumento, siamo sulla 60.000 unità.

N.B. per chi non lo avesse ancora capito, non si sta parlando di cosa è vincente per caratteristiche, ma si conversa sul perché la produzione delle caravan è sparito e la diffusione del camper è minima rispetto ai paesi di riferimento, dove la diffusione della caravan e del camper hanno avuto un incremento coerente.